mercoledì 27 gennaio 2010

LETTERA APERTA AL SINDACO DI TOLENTINO

Egregio Sindaco,
il movimento politico Gente Comune chiede che il Comune di Tolentino si costituisca parte civile nel procedimento penale a carico della ditta Metallurgica Fioretti, il cui rappresentante legale risulta citato in giudizio presso il Tribunale di Macerata il prossimo 29 gennaio.
E’ oramai assodato che la permanenza della fonderia Fioretti nella sua attuale sede è una minaccia per la salute dei cittadini residenti e per gli studenti della Scuola Don Bosco che si trova nelle immediate vicinanze.
La convivenza di un insediamento produttivo ad impatto ambientale così pesante è da anni al di fuori di un rapporto di compatibilità, né alcun amministratore può sostenere che tale elemento non rappresenti un problema a cui dare urgenti risposte.
Sono poco significativi ed anzi sconcertanti gli argomenti che vengono addotti a giustificazione della tollerata, e sino ad oggi non sanata, permanenza della attività in questione a ridosso del centro storico. Sostenere, come è stato fatto, che la fonderia si trovava in quella sede già prima che l’espansione urbanistica della città la inglobasse all’interno di una zona residenziale è argomento francamente vacuo e non rende giustizia alla pazienza dei cittadini ivi residenti, che da decenni sopportano le pericolose conseguenze di una convivenza impossibile. Fumi, polveri, rumori non possono oggi trovare giustificazione nelle contraddizioni di uno sviluppo urbanistico non adeguatamente ragionato, al contrario ciò dovrebbe semmai costituire lo stimolo per un maggiore impegno della classe politica cittadina e per superare l’inazione, il fatalismo, la lentezza nella definizione dell’unica soluzione possibile: la delocalizzazione. Una soluzione questa che è stata percorsa da praticamente tutte le altre attività produttive che nei decenni passati hanno vissuto analoga situazione.
A questo proposito colpisce negativamente l’atteggiamento caparbiamente irragionevole della proprietà, a quanto pare poco interessata a sviluppare l’attività produttiva attraverso la localizzazione dell’impianto nella zona produttiva del territorio comunale; indisponibile, per di più, a rientrare in una situazione di regolarità delle emissioni in atmosfera, come si rileva dalle innumerevoli risultanze accertate, pur nella impotenza delle autorità costituite. Autorità che annaspano nella speranza di un limite di legge che risolva il vuoto politico intorno a questa vicenda e che le tolga d’impaccio. Speranza che sembra destinata a restare vana, visto che le norme vigenti sono comprensibilmente lontane dal regolamentare i termini di permanenza di un’industria inquinante all’interno di una città, essendo questa una circostanza evidentemente remota nel pur spesso problematico panorama urbanistico italiano. Insomma, a Tolentino siamo fuori dalla storia, fuori dalle cose non solo auspicabili ma persino probabili.
Perciò è ora di segnare le tappe, precise e cadenzate, di un percorso di delocalizzazione che ridoni respiro alla città e migliori prospettive allo sviluppo dell’azienda e ai suoi lavoratori. Le azioni sinora intraprese non sono sufficienti. E’ indispensabile che si dimostri da parte dell’Amministrazione comunale, nei confronti dell’azienda e della cittadinanza, una volontà politica ferma e indubitabile circa la necessità che il percorso di delocalizzazione inizi immediatamente, con atti e accordi concreti.
In tale ottica il procedimento giudiziario ricordato in premessa è una occasione importante per chiarire quali diritti i cittadini possono vedersi riconosciuti. E’ triste che la città di Tolentino si trovi a sperare nella giustizia per affermare il diritto ad una qualità della vita accettabile, dopo che la politica, per molti anni, si è resa incapace di trovare una soluzione adeguata e praticabile al problema. E’ comunque altresì importante che oggi chi amministra la città faccia una scelta di parte, non solo per i risvolti giudiziari del caso, ma anche per assicurare la propria presenza a fianco dei cittadini che chiedono riconosciuti questi diritti.

Tolentino, 26 gennaio 2010
Movimento politico Gente Comune