sabato 27 novembre 2010

E meno male!....

E meno male che la mozione di sfiducia era inopportuna!…
In realtà la discussione della mozione di sfiducia al sindaco ha posto in luce un’altra questione importante sulla quale in questi giorni tanto si dibatte.
Da giugno il Sindaco valutava l’ipotesi avanzata dal Cosmari di ulteriori abbancamenti nella discarica di Collina , ben sapendo che il limite massimo dei160 mila metri cubi era stato raggiunto e che le procedure per la formale chiusura, invece, non erano state attivate.
Sulla questione Sindaco e Assessore all’ambiente, pur conoscendo l’intenzione del Cosmari di consolidare con altri rifiuti la palizzata eretta per mettere in sicurezza il corpo della discarica dai movimenti franosi in atto, non si sono pronunciati e si sono formalmente espressi con un comunicato stampa solo il 10 novembre, una settimana esatta dopo il Consiglio Comunale.
Ricordiamo che in occasione della mozione di sfiducia il Sindaco è stato ferocemente criticato per non essersi accertato che tutte le procedure per la chiusura definitiva della discarica fossero state correttamente avviate ed effettuate, e per non aver risposto, in maniera esauriente e chiara, su come si intendeva sanare l’instabilità del terreno.
Al comunicato stampa del 10 novembre sono seguite le dichiarazioni dei partiti di Giunta, un incontro con il Comitato anti-discarica e infine una assemblea pubblica lo scorso 25 novembre, presso la sala Nerpiti.
Finalmente per l’Amministrazione sembra essere suonata la sveglia!
Finalmente Cosmari e Comune hanno deciso che Tolentino ed i suoi cittadini hanno “già dato!!”,in materia di rifiuti, e quindi la discarica verrà chiusa senza ulteriori abbancamenti, e la frana verrà consolidata con della terra.


Tolentino 27 novembre 2010

i Gruppi Consiliari di Gente Comune e Voce alla Città

venerdì 15 ottobre 2010

MOZIONE DI SFIDUCIA AL SINDACO DI TOLENTINO

Al Signor Presidente del Consiglio Comunale di Tolentino

Al Signor Segretario Generale del Comune di Tolentino

Al Signor Sindaco del Comune di Tolentino


Mozione di sfiducia al Sindaco di Tolentino ai sensi dell’art. 52 D. Lgs. 267/00.
I sottoscritti consiglieri comunali
premesso che:
- all’indomani delle elezioni amministrative del 2007 il Sindaco ha atteso alla nomina del Consiglio di Amministrazione della A.S.S.M. affidando ad esso, tra i compiti strategicamente più rilevanti, la pianificazione di un progetto di aggregazione con società di servizi pubbliche con similari caratteristiche e finalità aziendali;
- il relativo progetto elaborato dal C.d.A., nella seduta del 27 dicembre 2009, in sede di approvazione definitiva dello statuto e dei patti parasociali della nuova società, è stato rinviato e poi definitivamente accantonato;
- da quella data in avanti NULLA è stato fatto, se non l’azzeramento di ogni possibile strategia di sviluppo della A.S.S.M.; inoltre il processo di scissione della A.S.S.M. è stato nel frattempo compiuto e l’Azienda si trova quindi divisa in due rami aziendali senza che questo risulti funzionale ad alcunché;
- da mesi la A.S.S.M. S.p.A. risulta senza guida in quanto il Sindaco, in qualità di socio rappresentante di tutti i cittadini di Tolentino, non ha ad oggi provveduto alla nomina del Presidente del C.d.A., limitandosi al tentativo, subito abortito per evidente e del tutto prevedibile incompatibilità, di incaricare della presidenza il dott. Gianni Corvatta;
- a seguito di ciò la A.S.S.M. si trova in posizione di stallo e non è in grado di affrontare con tempestività e lungimiranza gli effetti della recente normativa che impedisce ai Comuni con meno di 30.000 abitanti di possedere società, ivi comprese quelle che rendono servizi pubblici essenziali per i cittadini e producono utili per la comunità. Tantomeno è nella condizione di sviluppare un progetto ambizioso per il rilancio delle Terme di Santa Lucia e per la riqualificazione del bacino idrico del Lago delle Grazie, di riorganizzare la gestione dei parcheggi cittadini per una seria rivisitazione della mobilità nella nostra città, di dare attuazione ad un complesso ed articolato intervento su tutta la pubblica illuminazione (in presenza di un finanziamento europeo!) al fine di ottenere significativi risparmi sui consumi energetici;
- a fronte di tali rilevanti impegni la attuale paralisi politico-amministrativa rischia concretamente di pregiudicare l’equilibrio economico dell’Azienda e di mettere in pericolo decine di posti di lavoro;

- il Sindaco è attualmente sostenuto da una maggioranza consiliare diversa da quella con la quale è stato eletto e soprattutto è interprete – più o meno protagonista - di un ‘nuovo’ progetto politico che resta oscuro sia al Consiglio Comunale che ai cittadini, in quanto esso non è stato in alcun modo esplicitato, né nelle sedi istituzionali né attraverso un confronto franco e aperto con la cittadinanza;

- il programma elettorale del 2007 che il Sindaco ha sottoposto ai cittadini di Tolentino e in virtù del quale è stato eletto appare nient’altro che carta straccia, in assenza della promessa realizzazione di importanti opere pubbliche e della messa in atto di un efficace programma di valorizzazione del patrimonio comunale;

Considerato che:
- tale situazione reca con sé l'impossibilità di affrontare la grandi scelte per il futuro della Città e rende estremamente difficile anche la gestione dell'ordinaria amministrazione;
- l'azione del governo cittadino è ormai sacrificata alle ambizioni di alcuni dei consiglieri comunali senza che le scelte politiche e amministrative siano adeguate ai reali bisogni dei cittadini ed alle aspettative della Città, rispondendo solo a logiche di parte;
- il Sindaco ha dimostrato di non essere in grado di imprimere carattere, concretezza, responsabilità e unità di intenti alla amministrazione comunale;

Atteso che:
- il Consiglio comunale e la Città non possono e non intendono assistere passivamente a questa situazione;
- è dovere di tutti i consiglieri comunali, anche con motivazioni difformi e ulteriori rispetto a quelle qui presentate, adoperarsi per restituire alla politica la dignità che le compete e assicurare un governo autorevole ed efficiente alla città;
- l’unica strada per raggiungere tale obiettivo è restituire la parola agli elettori entro la prima tornata elettorale utile;

Tanto premesso, considerato e atteso, i sottoscritti consiglieri comunali, sulla base di quanto sopra esposto,

PROPONGONO

al Consiglio Comunale, ai sensi dell'art. 52 D. Lgs. 267/00, la presente MOZIONE DI SFIDUCIA nei confronti del Sindaco del Comune di Tolentino Luciano Ruffini

CHIEDONO

che detta mozione di sfiducia venga messa all'ordine del giorno per la discussione in apposito Consiglio Comunale secondo i termini e le forme di legge vigenti, ivi comprese quelle statutarie e regolamentari.
Con osservanza
Tolentino 12 ottobre 2010

CONSIGLIERI COMUNALI


CARLA DOMIZI _____________________________________


PAOLO RUGGERI _____________________________________


ANNA CIMARELLI _____________________________________


GIUSEPPE FOGLIA _____________________________________


FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERJ _____________________________________


LORENZO DE RENZIS _____________________________________


GIUSEPPE PEZZANESI _____________________________________


GIUSEPPE FEDELI _____________________________________


ALESSIA PUPO _____________________________________


VALERIA RUITI SPURIO _____________________________________

mercoledì 29 settembre 2010

Ribaltino e altre bassezze

Movimento Politico Gente Comune
Sinistra Ecologia Libertà S.E.L.
Movimento Politico Voce alla Città



I Movimenti Politici di Sinistra Ecologia Libertà ,Gente Comune e Voce alla Città si sono incontrati per analizzare i recenti accadimenti politici che hanno riguardato l’amministrazione comunale di Tolentino. Ne è emersa la valutazione unanimemente preoccupata di una grave caduta democratica, culminata nella cacciata da parte del PD dell’alleato Voce alla Città. Deplorevole in particolare lo scandaloso mercato (con stile UGUALE a quello che proprio in questi giorni ha adottato Berlusconi con i parlamentari della Repubblica Italiana) che ha portato al ‘ribaltino’ del consigliere Tiberi, prontamente ricompensato con la presidenza del Consiglio Comunale. I tre movimenti politici esprimono severa condanna dei metodi ‘politici’ del PD, che irresponsabilmente e senza scrupoli ha usato le istituzioni democratiche per risolvere i problemi politici della maggioranza, e rilevano che il dimissionamento forzoso di Gianni Principi - non sufficientemente censurato da tutte le opposizioni consiliari – segna un livello di bassezza e di disprezzo delle dinamiche democratiche che Tolentino non aveva mai visto dal dopoguerra ad oggi. Prova ne sia che l’attuale Presidente del Consiglio comunale è stato eletto con appena dieci voti su ventuno.
In tale allarmante quadro – con situazione uguale e contraria, mutando i ruoli delle parti, rispetto al contesto politico nazionale – l’opposizione di Centro Destra ha da un pezzo rinunciato al proprio ruolo e di fatto assiste inerte (e benedicente) ai brutali atti politici della maggioranza.
Tutto ciò giustifica l’allarme per il degrado della vita democratica e delle Istituzioni pubbliche della nostra città ma anche spalanca le porte al più cupo pessimismo circa le prerogative del Partito Democratico di porsi quale Alternativa responsabile e democratica per il governo del Paese.
Legittimamente ci si chiede infatti se il PD Nazionale, laddove parla di “alternativa”, intende voler combattere la deriva populista e antidemocratica del berlusconismo o se invece pensa solo di sostituire i personaggi che occupano il potere con altri fedeli ad un diverso padrone.
Quanto accade a Tolentino è sconcertante e non fa ben sperare: un gruppo di potere che rappresenta il 30% di votanti (più qualche tifoso interessato) occupa il 100% del potere. L’ambiziosa quota è stata raggiunta lo scorso agosto, con la nomina del nuovo Consiglio di Amministrazione dell’ASSM, in assenza di qualsivoglia spiegazione circa gli obiettivi su cui il nuovo organismo sarà impegnato, sul piano industriale e su quello strategico. Infatti, nonostante la legge finanziaria abbia spostato al 31/12/2011 la liquidazione delle aziende pubbliche di Comuni con meno di 30.000 abitanti, stante la posizione della destra in Consiglio Comunale che ha ribadito il proprio favore alla privatizzazione della ASSM, la vaghezza e la reticenza del PD e del Sindaco circa il mandato che è stato conferito al nuovo CdA legittimano il più serio allarme.
Per questo riteniamo di dover affermare, di nuovo e con nettezza, che la gestione dell’acqua (come di altri essenziali servizi quali ad esempio i rifiuti) deve rimanere pubblica, se necessario costruendo alleanze idonee a raggiungere questo obiettivo.
Infine, circa la nomina a presidente dell’ASSM di Corvatta, dirigente Arpam, cioè di un ente pubblico deputato al controllo ambientale e quindi anche dell’acqua, il Sindaco e il PD si sono superati. Nel disprezzo dei più elementari principi dell’etica pubblica hanno messo il proprio sigillo su un conflitto di interessi talmente evidente da costringere il presidente designato a rinunciare all’incarico. Non consola leggere le spiegazioni circa tale forzata rinuncia dello stesso Corvatta, che adduce sì fondate ragioni amministrative, mentre però tutto il mondo politico tace sulla ben più rilevante e clamorosa incompatibilità di un ‘controllato’ e un ‘controllore’ riuniti in una stessa persona!

Ancora una volta una scelta sbagliata e non condivisibile, che denota la volontà politica della ‘maggioranza’ di passare sopra all’etica per consolidare il proprio potere. Di un PD ‘berlusconizzato’ il Paese e la nostra città non sanno che farsene.
È per questo che queste tre forze politiche hanno avviato un progetto alternativo aperto a CHIUNQUE si appassioni alla politica per il bene comune e non per il proprio tornaconto.

Tolentino 24 settembre 2010
Movimento Politico Gente Comune
Sinistra Ecologia Libertà S.E.L.
Movimento Politico Voce alla Città

giovedì 1 aprile 2010

Comi mastica fiele

In relazione alle dichiarazioni rilasciate da F. Comi al Resto del
Carlino (edizione del 31.03.2010) si inoltra il seguente
Comunicato Stampa :

*Comi mastica fiele*

Spiace dover intervenire sulle dichiarazioni, figlie di
incontinenza verbale, appalesanti impazienza, rabbiosità e
incapacità di adottare un corretto stile politico, di chi, pur
riconfermato in consiglio regionale, pur ritenuto un “big” della
politica locale deve fare i conti con un risultato elettorale
evidentemente inferiore alle attese, che lo vede in provincia
classificarsi alle spalle di Sara Giannini, ora in pole position
per un posto in giunta regionale, e in città dietro il collega
Francesco Massi.

Per quanto mi riguarda, senza neanche voler citare che la
candidatura di Massimo Rossi e la formazione di una coalizione in
suo sostegno si è concretizzata appena un mese prima delle
elezioni e che ciononostante a Tolentino ha ottenuto fra le
migliori performances di tutta la regione, senza voler menzionare
che i più brillanti risultati elettorali sono toccati a quelle
forze politiche che hanno maggiore visibilità sui media (cosa che
il PD dovrebbe sapere benissimo!), preferisco richiamare Comi e
gli altri candidati ad una operazione trasparenza che ritengo
irrinunciabile per la corretta valutazione dei rispettivi
risultati elettorali. Dichiarino i colleghi quanto hanno speso per
la campagna elettorale, se hanno il coraggio e la sincerità per
farlo. Poi i cittadini faranno i conti.

Per il resto, nulla di nuovo sotto il sole: Comi sparge veleno su
chi non prende ordini da lui e lo fa prima, durante e dopo la
campagna elettorale, confermandosi una vera, gigantesca delusione
per quanti si aspettano a sinistra un rappresentante “all’altezza”.

Anna Cimarelli

mercoledì 10 marzo 2010

venerdì 5 marzo 2010

In Consiglio Regionale vorrei impegnarmi per:

Un nuovo modo di governare.
Il nuovo governo della Regione dovrà sancire la fine dell’autoreferenzialità della conduzione politica. L’allentarsi dei meccanismi democratici, la corruzione e persino le collusioni mafiose che tornano a interessare il contesto italiano sono il risultato degenerativo di un modo di fare politica che si è allontanato dai bisogni delle persone e in particolare delle fasce più deboli della popolazione. Occorre portarsi sul piano della concretezza e del rapporto diretto e costante con i cittadini, recuperare la consapevolezza, in chi governa, di esercitare una delega non una potestà.
In questa ottica la struttura amministrativa regionale dovrà saper rispondere alle esigenze di trasparenza dell’azione di governo, è indispensabile che la complessa macchina burocratica evolva in una organizzazione al servizio del cittadino.
L’azione di governo dovrà condursi nella forma integrata e non operando per settori separati, nella consapevolezza che interventi a favore della compatibilità ambientale possono avere un positivo impatto sulla economia e, viceversa, politiche di incentivo a particolari settori possono portare ricadute importanti sul piano sociale e ambientale.

Difesa del l lavoro.
Le trasformazioni normative che interessano il mondo del lavoro sono tese ad una contrazione dei diritti dei lavoratori e alla precarizzazione. Vi è arretramento rispetto alle principali conquiste sindacali degli ultimi decenni e soprattutto è in discussione il diritto stesso al lavoro. Ciò si traduce nel dramma di quanti sono espulsi dal mondo del lavoro in età avanzata e non trovano alcuna possibilità di reinserimento, nella fattiva inaccessibilità al lavoro dei giovani se non in modalità di precariato, spesso configuranti veri e propri fenomeni di sfruttamento. Su questi versanti occorre produrre un impegno eccezionale con azioni a tutela del lavoro, con il monitoraggio e l’intervento nelle situazioni aziendali critiche, prima che si inneschino processi degenerativi irreversibili, con l’attivazione di dinamiche virtuose che mettano a disposizione del sistema-lavoro servizi innovativi, con una politica degli incentivi alle imprese e all’artigianato che sia strettamente correlata alla creazione di occupazione stabile e all’innovazione.

L’impegno pubblico nella Scuola, nell’Università, nella Sanità.

Scuola
I profondi tagli apportati nei settori della scuola e dell’Università dal governo di centrodestra hanno determinato uno stravolgimento del sistema della scuola pubblica, togliendo qualità e quantità all’insegnamento e quindi alla diffusione dei saperi. Il risultato è la progressiva diminuzione del tempo scuola, classi numerose, tagli al sostegno e alle politiche di inclusione scolastica, la spinta verso schemi educativi dal forte contenuto ideologico, per altro del tutto distanti dagli standard di qualità indicati a livello europeo. In questo contesto il governo regionale è chiamato a farsi carico delle aree di intervento lasciate scoperte dalle recenti ‘riforme’ e a temperare le conseguenza negative che l’impatto della riforma della scuola primaria e di quella secondaria è destinato ad avere. Dovrà impegnarsi sull’ampliamento dell’offerta formativa, sul sostegno alla mobilità internazionale degli studenti, sul potenziamento degli interventi a favore del diritto allo studio, su programmi di collaborazione tra scuola e mondo del lavoro, con la finalità di accompagnare i giovani laureati o diplomati verso le professioni e l’impegno lavorativo attraverso programmi di tirocinio e di inserimento all’interno delle realtà produttive e del settore terziario del territorio.

Università
Le Università marchigiane vivono una fase complessa e in taluni casi difficile. Le dimensioni contenute e l’indirizzo umanistico che in parte le caratterizzano rappresentano elementi di debolezza in un panorama, anche in questo caso, di interventi legislativi volti a tagliare, “razionalizzare” contenere. La regione può offrire un impegno concreto in due direzioni. Da un lato il sostegno attraverso il rafforzamento degli interventi per il diritto allo studio, i finanziamenti alla didattica e alla ricerca, la creazione di programmi di collaborazione che coinvolgano il mondo produttivo, gli ordini professionali, le realtà del no-profit e del volontariato sociale, ambientale e culturale. Dall’altro può focalizzare sull’utenza universitaria e sui territori interessati interventi di potenziamento dei servizi pubblici, in primis quello dei trasporti, attraverso la realizzazione di servizi dedicati e l’implementazione di quelli esistenti.

Sanità
Il diritto alla salute è un diritto primario. La presenza del servizio sanitario pubblico ha conosciuto nel nostro territorio un ridimensionamento dei presidi ospedalieri a favore di strutture sanitarie complesse. L’azione intrapresa, volta in primis al contenimento della spesa sanitaria, non ha conseguito tutti gli obiettivi che si prefiggeva. A fronte di cospicui investimenti sulla tecnologia diagnostica - in taluni casi probabilmente più attenta a esigenze di 'immagine’ che non di effettiva soluzione di problemi - non c’è stata una crescita dei servizi tale da coprire il fabbisogno dell’intera popolazione. In presenza di una popolazione che invecchia, le liste di attesa infinite, l’indisponibilità dei servizi sanitari nella misura necessaria, i pronto soccorso intasati, la scarsità delle risorse destinate ai programmi di prevenzione delle malattie a più alta incidenza, unitamente alla cronica penuria di sostegno alle famiglie dei malati, costituiscono le priorità da affrontare e risolvere con risposte concrete, a favore anzitutto dei più deboli.

L' acqua, un bene pubblico.
Il governo regionale, al pari e insieme alla società civile e agli amministratori locali, deve essere impegnato in una azione forte e coerente in difesa dell’acqua pubblica. Tutte le energie vanno mobilitate e tutti gli strumenti normativi a tutela di questo bene adottati.

Ambiente e salute pubblica.
Sul versante della gestione dei rifiuti si deve coraggiosamente puntare all’obiettivo del 100% del riciclaggio e al contempo incoraggiare ed incentivare le politiche di contenimento della produzione dei rifiuti, promuovendo stili di vita alternativi e compatibili con il mantenimento dell’integrità del territorio e con la tutela della salute pubblica. Si deve intervenire con strumenti efficaci per tutelare la salute dei cittadini nei centri abitati assediati dallo smog e dalla prossimità di insediamenti produttivi insalubri. Occorre attuare politiche di rigore per prevenire i fenomeni di inquinamento e garantire standard di vivibilità elevati in tutto il territorio regionale.

Welfare e sostegno alla famiglia.
E’ indispensabile sottrarre il tema del 'sostegno alla famiglia' alla retorica vuota e trita in cui esso è precipitato negli ultimi anni, senza per altro che alla lotta ideologica intrapresa da certe parti politiche seguissero i fatti di un concreto intervento. Al contrario si è assistito alla progressiva riduzione del tempo scuola e al deperimento dei servizi scolastici di ogni ordine e grado, mentre il welfare è stato scaricato sulle spalle degli enti locali che, nei casi più virtuosi, hanno dovuto impegnare consistenti fette del proprio bilancio nel mantenimento dei servizi attivati, in primis a favore degli anziani. Questo quadro rende palese la natura propagandistica delle affermazioni ‘a sostegno’ della famiglia, la quale è invece fortemente penalizzata, al pari di ogni singolo cittadino, dal contrarsi dello stato sociale e dell’intervento pubblico nei servizi sociali fondamentali. Questo trend deve essere invertito con urgenza, tanto più in presenza di una crisi economica lunga e difficile come quelle attuale.

Potenziamento trasporti pubblici.
Il tema della riconversione della linea Civitanova Albacina in metropolitana di superficie rappresenta una grande opportunità per il territorio in termini di sviluppo, di attenzione all’ambiente, di potenziamento del servizio pubblico a favore in particolare di studenti e lavoratori pendolari. Una efficace rete dei trasporti pubblici può contribuire all’affermarsi di una fattiva cooperazione intercomunale sui versanti più disparati, con sicuri benefici sul piano economico, dei servizi e su quello socio-culturale.

Cultura.
Le politiche di promozione della cultura vanno completamente rifondate e rifinanziate secondo criteri di autentica valorizzazione delle potenzialità esistenti sul territorio e con la finalità di curare la promozione umana e sociale dell’individuo. La drammatica congiuntura economica non deve costituire l’ennesima e – stavolta si! – esiziale giustificazione per proseguire sulla strada da tempo intrapresa della riduzione dell’intervento pubblico, della mercificazione dei fatti culturali e del patrimonio storico artistico. Vi è la possibilità di tradurre la cultura e le tradizioni del nostro territorio nelle ragioni di un rilancio e della ripartenza del nostro tessuto socio-economico. Si deve agire per una promozione della cultura che sia rivolta a interventi diffusi e a programmi di rete e che superi la cristallizzazione attuale dei finanziamenti. Occorre puntare alla valorizzazione del patrimonio storico artistico e ambientale con l’adozione di linee guida standardizzate e a garanzia della tutela e del corretto utilizzo dei beni.

Anna Cimarelli
Consigliere Comunale Gente Comune

Candidata Consigliere Regionale per Massimo Rossi Presidente
nelle liste di Sinistra Ecologia e Libertà



mercoledì 27 gennaio 2010

LETTERA APERTA AL SINDACO DI TOLENTINO

Egregio Sindaco,
il movimento politico Gente Comune chiede che il Comune di Tolentino si costituisca parte civile nel procedimento penale a carico della ditta Metallurgica Fioretti, il cui rappresentante legale risulta citato in giudizio presso il Tribunale di Macerata il prossimo 29 gennaio.
E’ oramai assodato che la permanenza della fonderia Fioretti nella sua attuale sede è una minaccia per la salute dei cittadini residenti e per gli studenti della Scuola Don Bosco che si trova nelle immediate vicinanze.
La convivenza di un insediamento produttivo ad impatto ambientale così pesante è da anni al di fuori di un rapporto di compatibilità, né alcun amministratore può sostenere che tale elemento non rappresenti un problema a cui dare urgenti risposte.
Sono poco significativi ed anzi sconcertanti gli argomenti che vengono addotti a giustificazione della tollerata, e sino ad oggi non sanata, permanenza della attività in questione a ridosso del centro storico. Sostenere, come è stato fatto, che la fonderia si trovava in quella sede già prima che l’espansione urbanistica della città la inglobasse all’interno di una zona residenziale è argomento francamente vacuo e non rende giustizia alla pazienza dei cittadini ivi residenti, che da decenni sopportano le pericolose conseguenze di una convivenza impossibile. Fumi, polveri, rumori non possono oggi trovare giustificazione nelle contraddizioni di uno sviluppo urbanistico non adeguatamente ragionato, al contrario ciò dovrebbe semmai costituire lo stimolo per un maggiore impegno della classe politica cittadina e per superare l’inazione, il fatalismo, la lentezza nella definizione dell’unica soluzione possibile: la delocalizzazione. Una soluzione questa che è stata percorsa da praticamente tutte le altre attività produttive che nei decenni passati hanno vissuto analoga situazione.
A questo proposito colpisce negativamente l’atteggiamento caparbiamente irragionevole della proprietà, a quanto pare poco interessata a sviluppare l’attività produttiva attraverso la localizzazione dell’impianto nella zona produttiva del territorio comunale; indisponibile, per di più, a rientrare in una situazione di regolarità delle emissioni in atmosfera, come si rileva dalle innumerevoli risultanze accertate, pur nella impotenza delle autorità costituite. Autorità che annaspano nella speranza di un limite di legge che risolva il vuoto politico intorno a questa vicenda e che le tolga d’impaccio. Speranza che sembra destinata a restare vana, visto che le norme vigenti sono comprensibilmente lontane dal regolamentare i termini di permanenza di un’industria inquinante all’interno di una città, essendo questa una circostanza evidentemente remota nel pur spesso problematico panorama urbanistico italiano. Insomma, a Tolentino siamo fuori dalla storia, fuori dalle cose non solo auspicabili ma persino probabili.
Perciò è ora di segnare le tappe, precise e cadenzate, di un percorso di delocalizzazione che ridoni respiro alla città e migliori prospettive allo sviluppo dell’azienda e ai suoi lavoratori. Le azioni sinora intraprese non sono sufficienti. E’ indispensabile che si dimostri da parte dell’Amministrazione comunale, nei confronti dell’azienda e della cittadinanza, una volontà politica ferma e indubitabile circa la necessità che il percorso di delocalizzazione inizi immediatamente, con atti e accordi concreti.
In tale ottica il procedimento giudiziario ricordato in premessa è una occasione importante per chiarire quali diritti i cittadini possono vedersi riconosciuti. E’ triste che la città di Tolentino si trovi a sperare nella giustizia per affermare il diritto ad una qualità della vita accettabile, dopo che la politica, per molti anni, si è resa incapace di trovare una soluzione adeguata e praticabile al problema. E’ comunque altresì importante che oggi chi amministra la città faccia una scelta di parte, non solo per i risvolti giudiziari del caso, ma anche per assicurare la propria presenza a fianco dei cittadini che chiedono riconosciuti questi diritti.

Tolentino, 26 gennaio 2010
Movimento politico Gente Comune

giovedì 14 gennaio 2010

Alla stampa locale

Gentili Corrispondenti della stampa locale,
la rassegna e la relativa lettura dei vs. rispettivi articoli da Natale in qua dimostra la totale inesistenza della sottoscritta nel dibattito politico locale e in seno al Consiglio Comunale, almeno, ripeto, stando alla lettura dei giornali.
Basti guardare i vari report relativi alla seduta del Consiglio Comunale del 27 dicembre 2009.
La maggior parte dei giornali neanche cita la presenza della sottoscritta, solo il Carlino riporta quanto avvenuto in merito alla posizione da me assunta in Consiglio, ma solo in uno dei due articoli presenti il 29 dicembre; nell'altro infatti mi da' "assente" come se fossi andata a farmi un panino, mentre, come si sa, la mia uscita dall'aula è stata espressione di una precisa posizione politica che ho regolarmente motivato e che è agli atti.
Per il Messaggero invece non esisto proprio, come anche secondo il Corriere Adriatico, dove non risulto neanche elencata fra quanti non hanno partecipato al voto.
Infatti si è dato conto della scelta della collega Valeria Ruiti di non partecipare al voto, tralasciando però di citare la sottoscritta, che per prima ha assunto tale posizione!
Ben ne sono consapevoli i cittadini che seguono il Consiglio in tv: non a caso in diversi, nel manifestarmi apprezzamento, hanno fatto preciso riferimento a quanto avvenuto comprendendo per filo e per segno il senso della scelta da me effettuata e dichiarata e la sequenza del dibattito, che ha visto alcuni colleghi - ciascuno per proprie motivazioni - accodarsi al comportamento da me adottato, persino menzionandomi in sede di dichiarazione.
Peccato che voi nulla abbiate registrato di tutto ciò.
Cari Corrispondenti, è il caso di domandarsi quale realtà rappresentate nei vostri articoli.
Forse siete troppo concentrati sulla 'lista delle priorità' che qualche eminente rappresentante politico - sempre iper presente sulle pagine dei quotidiani locali con tanto di gigantografia - si premura di trasmettere, attraverso efficientissimi uffici stampa personali o di partito?
Oppure ritenete che la politica fuori da PD e PDL non valga la pena di essere raccontata?
E quando l'avete deciso?
L'ultimo caso, che francamente mi ha davvero sconcertata e spinta a scrivere questa nota, è relativo al'articolo apparso sul Carlino del 10/1, relativo alla vicenda della fonderia Fioretti.
L'autrice, la giornalista Fabiola Caporalini, forse ignora che sull'argomento Fioretti giace da circa un mese una interrogazione a firma della sottoscritta che sarà presentanta nel Consiglio di giovedì 14/01?
La giornalista sa che l'interrogazione chiede conto anche di circostanze attinenti l'attuale rinvio a giudizio della azienda in questione?
Non sarebbe stato interessante per i lettori averne notizia nell'ambito dell'articolo citato, che per il resto è piuttosto documentato e dettagliato?
Non sarebbe interessato ai giornalisti raccogliere qualche opinione politica sull'argomento, visto che sulla Fioretti sembra esserci una convergenza 'bipartisan' sul... silenzio?
Vi interessa informare o vi basta fare da megafono a chi ha più potere?
O forse è colpa della sottoscritta, che non passa le "veline", se le sue iniziative non hanno la roboante eco della più insignificante delle interrogazioni presentata e 'pompata' però del 'personaggio giusto'?
Non credo sia questa la ragione del disinteresse che riguarda la mia azione politica, visto che sui miei comunicati stampa può anche accadere che venga applicato un 'filtro' (vedi comunicato sulla frana della discarica, notizia totalmente ignorata da due quotidiani su tre!).
Sulle testate giornalistiche di tv e radio locali non posso dire molto, non ho tempo di seguirne i notiziari e quindi mi astengo da qualsiasi sottolineatura.
Mi limito ad evidenziare al Presidente del Consiglio, che mi legge per conoscenza, che quanto ho rappresentato dimostra che al momento non ci sono le condizioni per rinunciare alla registrazione e trasmissione tv del Consiglio Comunale, scelta che periodicamente viene messa in discussione addebitando alla presenza della telecamera una eccessiva enfasi da parte dei consiglieri.
Visto quanto accade, prego annoverarmi fra quanti ritengono irrinunciabile la scelta di trasmettere in tv la registrazione integrale dei Consigli, memore di quanto ci ha insegnato il Presidente Pertini che sosteneva che la peggiore democrazia è preferibile alla migliore delle dittature.
Cari Amici, la democrazia è responsabilità di tutti noi, non solo dei politici ma di tutti i cittadini e molto dei giornalisti, i quali debbono essere servitori del Vero e ricordarsi dell'impegno morale di essere leali verso i propri lettori.
La dignità di questo bellissimo mestiere risiede unicamente nel rispetto di questi principi.
Mi rammarico di essere stata costretta alla presente nota: è sempre antipatico parlare di se stessi, o almeno lo è per me, che infatti non a caso me ne sono astenuta fino ad oggi, nonostante il costume della stampa locale sia il medesimo di sempre e abbia caratterizzato questa consiliatura sin dal suo inizio.
La speranza è che quanti sono interessati ad una informazione libera, corretta ed efficace si sentano incoraggiati, anche grazie a questa denuncia, a comportamenti più 'coraggiosi' e autenticamente democratici.
Da ultimo vorrei sottolineare quella che mi sembra una ovvietà, ma che forse non lo è.
I cittadini elettori si lamentano che siano sempre gli stessi personaggi politici alla ribalta e a ricoprire i posti di potere; la stampa da un lato si trova spesso a raccogliere questi umori, dall'altro si conforma abitualmente alla legge del più forte in termini di comunicazione prima che di peso elettorale, finendo per amplificare il significato politico dell'azione di quei partiti che possono contare sulla maggiore forza propagandistica e capacità di marketing elettorale.
Ma alla democrazia non farebbe bene il contrario?
Cioè una stampa libera e attenta alle 'pari opportunità'?...

Cordiali saluti
Anna Cimarelli - Consigliere Comunale gruppo Gente Comune