domenica 15 aprile 2007

Anna Cimarelli

La gente comune si confronta, fa domande che meritano risposte: è tempo, dunque, che mi presenti e provi a parlare di me.


Non sono nuova all’impegno politico, non solo perché ho fatto l’assessore per due anni, ma soprattutto perché da anni spendo le mie energie e la mia faccia nell’impegno sindacale nel posto in cui lavoro, l’Università di Macerata. Dal 2004 sono coordinatrice della RSU (Rappresentanze Sindacali Unitarie), eletta nelle liste della CGIL (ora FLC-CGIL, la federazione della CGIL che si occupa dei lavoratori della conoscenza: Scuola, Università, Ricerca). All’Università ho anche fatto parte del Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo, dal 2000 al 2002, quale rappresentante del personale tecnico e amministrativo (carica elettiva).

Sono attiva nel sindacato da oltre un decennio. Le esperienze che ho maturato in questo ambito sono state molto importanti per la mia formazione politica, come è stata importante la mia esperienza professionale: l’Università è un mondo assai complesso e interessante, che “costringe” chi ci lavora a sviluppare competenze e a rinnovarsi continuamente nel modo di svolgere il proprio ruolo.

Il mio impegno politico a Tolentino si è svolto principalmente con Voce alla Città, in forza alla quale sono stata assessore per i primi due anni della Giunta Ruffini con deleghe alla Cultura, Turismo, Istruzione, Decentramento, Politiche giovanili, Consiglio Comunale dei Ragazzi. Ho esercitato questo incarico mettendo in campo il mio lavoro, preoccupandomi poco di quello che sembra stia molto a cuore ai politici – cioè le apparenze – e badando piuttosto a portare avanti cose concrete, a trovare soluzioni, ad ascoltare le persone. Mi sono dovuta battere molto – con l’aiuto del mio gruppo politico – per portare avanti o a conclusione progetti (ad esempio quello della Biblioteca Filelfica), la cui realizzazione era attesa da anni, ma di fronte ai quali la politica “tradizionale” rimaneva (e rimane) incredibilmente indifferente. Non ho lesinato energie, passione e temperamento. Non sono riuscita a fare tutto quanto avrei voluto; credo però di non dovermi vergognare della mia esperienza amministrativa, di cui conto di raccontare molti episodi, anche attraverso questo blog o comunque di fronte a tutti i cittadini che vorranno saperne.

Nel corso della mia attività politica ho avuto anche la soddisfazione di ricevere alcuni attestati di stima, persino da cittadini molto lontani dai miei “orizzonti”. Certamente mi sono fatta alcuni “nemici”, anche se non mi piace definirli così, persone che forse non mi vorrebbero sulla scena politica locale. D’altronde è inevitabile: per carattere non sono una persona “neutra”. Mi auguro però che il confronto con tutti possa essere leale. Un primo esempio di lealtà sarebbe quello di dare un nome e un cognome alle critiche e alle valutazioni.

Ho lasciato l’incarico di assessore di mia iniziativa, per una scelta del tutto personale. Avrei potuto tranquillamente fare la scelta di restare, nonostante tutto. Per questo mi fa sorridere l’idea che qualcuno vorrebbe dare di me, ossia di “una che sta attaccata alla poltrona”. Consiglierei maggior cautela, anche le offensive devono essere credibili, se si spara a casaccio non ci si “acchiappa”. Non mi stupisce comunque la virulenza degli attacchi, anzi, tutti noi di Gente Comune ce l’aspettiamo, e allo stesso tempo non mi fanno paura le provocazioni, che, quando sono gratuite, si ritorcono puntualmente contro coloro che le hanno lanciate.

Credo che ci sia una parola “magica” che fa andare su tutte le furie la politica “tradizionale”: questa parola è Partecipazione. L’ho sperimentato sulla mia pelle, proprio con l’esperienza amministrativa, dato che ero io ad occuparmi di questo aspetto, insieme a Voce della Città. Durante la mia esperienza da Assessore ho presentato, fra le altre cose, l’unica delibera di indirizzo che parla di applicare il Bilancio Partecipativo. A questo proposito sono convinta che, se applicato bene e non strumentalmente, toglierà al Palazzo la possibilità di dimenticare la gente comune subito dopo essere stato eletto, obbligherà l’Amministrazione a spiegare in ogni momento, con parole semplici, i numeri del Bilancio Comunale, vincolerà l’Amministrazione a mettere nero su bianco le richieste delle Assemblee di Quartiere e di realizzarle, a comunicare le difficoltà e motivare i ritardi.

In una parola: TRASPARENZA!

GENTE COMUNE VUOLE CHE DOMANI IL COMUNE SIA UNA CASA APERTA AI CITTADINI. IO VOGLIO CHE LO SIA.

Le proposte e gli obiettivi, i bisogni e i desideri dei cittadini per la città saranno messi sullo stesso piano (lottizzazioni, commercio, cultura, sport e tutto il resto) nelle Assemblee di Quartiere, discusse, approvate a maggioranza e le decisioni prese saranno finalmente vincolanti per chi dice in campagna elettorale di essere al vostro servizio ma poi spesso si limita ad esercitare il potere.

Il nostro progetto, prima di tutto, vuole SPOGLIARE LA POLITICA DEL POTERE DI DECIDERE IN UNA STANZA, AL RIPARO DAI CITTADINI.

VOGLIAMO CHE LA POLITICA TORNI FRA LA GENTE COMUNE.

Un caro saluto e a presto,

Anna C